Hare Krishna

Hare Krishna

Ieri in centro vagava un tipo, un po’ hare krishna, molto stropicciato.
Indossava un lenzuolo arancione sistemato male, dal quale emergevano due vecchie scarpe da ginnastica. Sotto si intravedeva una tuta scura piuttosto logora. Anche il cappello era arancione. Avvicinava le persone per vendere libri che aveva in uno zaino. La gente si teneva a debita distanza, prudente. La sua presenza, scheggia impazzita controcorrente, spiccava in mezzo a quell’atmosfera natalizia anticipata da bancarelle e filodiffusione. Ha avvicinato anche me, si è definito “solo un povero monachello.” E poi, “Vengo dall’Umbria, conosci il Veda?”
Anche io istintivamente sono andato sulla difensiva, “Sì, l’ho sentito dire. Scusa ma non mi interessa, non ho tempo.” E senza guardarlo negli occhi sono riuscito a pensare solo che l’accento era veneto e non umbro. Avevo poco tempo, e tra l’altro dovevo andare anche alla Feltrinelli, per “libri veri”.
Ha continuato, nei suoi libri non c’era scopo di lucro, gli bastava qualche monetina, un’offerta qualsiasi. Ho sorriso, ma non ho ceduto, “non ho soldi” e guardandolo meglio ho notato che aveva parte della fronte colorata con del bianco. Un sempliciotto, l’ho bollato dentro di me. Non ha insistito, mi ha salutato dicendo “Hai gli occhi buoni” e poi, come recitando una filastrocca fuori luogo per bambini:
“Ogni fiore è un dono.”
L’ho visto allontanarsi con passo sgangherato tra la gente che continuava a tenerlo a distanza, portandosi via una passione raramente incontrata, la passione di uno innamorato di fresco, di uno molto convinto della sua verità, e lo sguardo di chi per questo non teme rifiuti o prese in giro.
Appena si è allontanato, improvvisamente mi sono sentito vuoto e solo. E’ stato come se andandosene tra la folla, quel sempliciotto stropicciato si fosse portato via tutta la mia energia. E ho pensato che forse lui vive molto meglio di me e di gran parte delle persone, già in pieno delirio da Natale prematuro.
E ho pensato che quel tipo poco elegante possedeva una verità, una qualunque, e che non poteva andarsene così dopo avermi sfiorato il cuore, abbandonandomi ai miei dubbi. Mi sono detto: “Dai, inseguilo, parlaci e compra un suo libro”. L’ho cercato, ma se n’era già andato.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *